SE LA MONETA VIENE STAMPATA DAI POLITICI NE STAMPANO TROPPA


Molti purtroppo sostengono che sia un bene che non sia lo stato a poter stampare la propria moneta altrimenti i politici sarebbero tentati di stamparne troppa per ingraziarsi il popolo arricchendolo ma che sia meglio che lo facciano delle banche private indipendenti il cui scopo costitutivo non è l’interesse e l’arricchimento del popolo ma solo il proprio personale tornaconto privato, il guadagno, l’usura legalizzata e non il bene di nessuno. Con lo stesso ragionamento sarebbe da togliere ogni potere ai politici che sono giudicati ogni 4 anni dal popolo per darli a dei privati ma è un ragionamento eversivo che annulla la democrazia e porta ad una dittatura finanziaria inumana che non risponde più alla gente ma solo al proprio tornaconto.


Con queste motivazioni è stata tolta al paese la SOVRANITÀ, cominciando da quella monetaria, perché è chi paga che comanda, alto tradimento, distruggendo lo stato che è fatto appunto dal popolo, dal territorio e dalla sovranità. Una volta si otteneva questo con l’invasione armata, coi carri armati si dichiarava che lo stato non aveva più la propria moneta ma questa era stampata da altri, che la gente doveva lavorare come schiava per un tozzo di pane, le fabbriche, i marchi venivano esportati mentre il paese veniva invaso da stranieri, chi si ribellava veniva perseguitato. Ma i carri armati erano brutti, la gente si ribellava a costo della vita, meglio ottenere il medesimo risultato con l’inganno sfruttando l’ignoranza della gente nella macro economia.

Prima è stato tolto allo stato la possibilità di stampare i soldi necessari al suo funzionamento rendendolo schiavo degli usurai che si erano comprati la zecca e potevano darglieli a strozzo solo se lo stato faceva tutto quello che volevano loro.

Nel 2011 il ministro Orlando ha detto che la cosa di cui si vergogna di più è che la BCE ha fatto decadere Berlusconi e mettere l’uomo delle banche Monti e il pareggio in bilancio nella costituzione per distruggerla. I politici volevano votare ma in tal caso non ci sarebbero stati più gli stipendi a fine mese. Fine della democrazia, la schiavitù è servita.Stessa cosa in Grecia.



Le persone con il loro lavoro possono produrre qualunque ricchezza ma non al più importante, l’unica moneta valida per pagare le tasse ed evitare l’arresto per evasione. Se le persone e lo stato devono farsi prestare la moneta dai criminali che si sono comprati la zecca devono farsela prestare rendendo interessi che nessuno ha creato i risultato sarà che tutto diverrà di pochissimi come spiegato meglio nella Favola delle 100 monete.


Bisogna prima di tutto capire cos'è il danaro e a cosa serve, se non si fa questa logica premessa si parla del nulla.
Il danaro è uno strumento, e come tale va trattato, serve ad evitare di dover barattare beni e servizi, ma a scambiarli con maggiore facilità. Ogni economia ha bisogno di un tot di danaro in circolazione che può essere liquido (in contanti) o scritturale (come moneta virtuale).
Fatta questa logica premessa la quantità di danaro messa in circolazione è proporzionale alle dimensioni dell'economia dello stato a cui si riferisce.
Ergo non ve ne deve essere ne troppa (perché
causa perdita di danaro) ne troppo poca (perché causa deflazione altrettanto grave).
Pensare alla moneta è come pensare alla benzina che consuma un veicolo, se il veicolo è grande e potente (economia sviluppata) ha bisogno di una grande quantità di danaro/benzina (ma sempre il giusto per quell'economia) per funzionare al massimo delle sue possibilità (piena occupazione e massimo PIL possibile), se ne inietti troppo poca il motore strattona ed in salita (ovvero alla prima crisi) il motore si siede.
Diversamente piccole economia (come lo Zimbabwe), non possono stampare grandi quantità di danaro perché
equivale ad ingolfare il motore, queste devono prima crescere come produzione e manifattura (ammesso lo riescano a fare).
Appare chiaro che la funzione di uno stato nel regolare la quantità di danaro in circolazione è essenziale, quando si vede che servirebbe uno stimolo a far crescere l'economia, perché
c'è salita da affrontare oppure ci sono possibilità per far crescere lo stato nei confronti dell'estero (come accadde da noi negli anni 60), lo stato spende a deficit (inietta nuova moneta in circolazione) e da il "cicchetto" al motore economico, viceversa se l'economia tira e si è vicini alla piena occupazione lo stato toglie moneta dalla circolazione (principalmente con le tasse) per evitare la svalutazione massiccia ed incontrollata.


Appare quindi chiaro che la stabilità delle valuta passa in secondo piano per chi deve garantire il benessere dei cittadini e la piena occupazione (ovvero svaluto la moneta per favorire le imprese ed i lavoratori del mio paese a scapito di quelli dei paesi esteri, più o meno quello che sta facendo Trump o il Giappone giusto per citare i nostri principali competitors).


Se invece la gestione della moneta la si da ad enti privati, che necessariamente fanno i propri interessi invece che quelli della collettività (cittadini), ovviamente tenderanno a causare una rarefazione della moneta circolante per un duplice scopo:
1 - tenere costante il valore dei capitali in loro possesso a scapito della disoccupazione e la sofferenza del sistema economico reale
2 - far svalutare beni e servizi per poterli comprare ad una frazione del loro reale valore (vedi Grecia).


Ergo l'immissione o rarefazione di moneta è una questione di politiche adottate, in favore del benessere dei molti (ovvero inflazione media (tipo 5-8% per favorire la piena occupazione, oppure deflazione (inflazione o negativa oppure appena sopra lo 0 come oggi) per favorire i capitali.
Il resto sono cavolate da propaganda.
P.S. i soldi si creano dal nulla, dove credi che abbia trovato la BCE 80 miliardi al mese per diversi anni per finanziare il Quantitative Easing?



Aggiungiamo un'ulteriore precisazione, la massa di danaro circolante per un'economia proviene da quello che si chiama debito aggregato, ovvero la somma di debito privato (quello che contraiamo dalle banche commerciali) e finanziamento pubblico (che volutamente non chiamo debito in quanto non è un vero debito per uno stato sovrano ma solo per stati come noi che usano una moneta straniera ovvero non gestita dal nostro tesoro e dalla nostra banca centrale che normalmente lavora in stretto accordo col tesoro).
Appare chiaro che il primo è il tipo di debito più a rischio (e la crisi dei sub prime lo ha evidenziato) in quanto se l'economia si contrae e lo stato non interviene a sostegno (come avvenne in USA), l'economia collassa e non lo riesce a ripagare, il secondo tipo di finanziamento (pubblico) invece è sostenibilissimo, in quanto tenendo sotto controllo gli interessi dei titoli di stato che lo rappresentano vedrà lo stato sempre solvibile (vedi azione fatta dalla Bank of Japan nei giorni scorsi per evitare speculazioni sui titoli Giapponesi).



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